Storia e Tradizione
I primi abitanti di quella che è oggi la regione Campania furono gli Aurunci e gli Opici, gente di origine greca che si stabilirono a Cuma, nel nord di Napoli. Nel VI secolo A.C. la zona venne conquistata dagli Etruschi i quali furono a loro volta sconfitti dai Sanniti. Nel VI secolo A.C. la regione divenne parte dell’Impero Romano col nome di Campus o “pianura”, dal quale deriva il nome attuale. I Romani lottizzarono il territorio ed organizzarono l’agricoltura si che la zona godette una pace relativa per lungo tempo. Nel 79 D.C., il lungo periodo di tranquillità venne brutalmente interrotto da un’improvvisa e violenta eruzione del Vesuvio che sommerse la città di Pompei ed Ercolano sotto un mare di lava fusa.
Dopo la caduta dell’Impero Romano i Goti e i Bizantini si contesero la provincia finché non entrarono in scena i Longobardi che la conquistarono definitivamente. In seguito fu il turno dei Normanni che fondarono dapprima il Regno di Sicilia ed in seguito ampliarono i loro possedimenti e fondarono il Regno di Napoli e delle due Sicilie.
I Borboni, gli ultimi stranieri a conquistare l’Italia in ordine di tempo, fecero di Napoli la capitale del Regno Angiovino. Essi iniziarono numerose opere di recupero delle zone paludose nei dintorni di Napoli rendendo abitabili e coltivabili ampie porzioni della piana resa disponibile dalla bonificazione.
Con l’unificazione del Regno d’Italia, nel XIX secolo iniziarono tentativi di industrializzazione della regione, concentrandosi specialmente nella costruzione di navi e altre imbarcazioni. Sfortunatamente per gli abitanti della zona, la concorrenza delle regioni settentrionali, più ricche e tecnologicamente più all’avanguardia, portarono la nascente industria al fallimento. Ciononostante, oggi la Campania è annoverata fra le regioni più industrializzate della Repubblica Italiana
La singolare gastronomia di questa straordinaria terra, che ha dato al mondo piatti di fama universale quali la pizza e la pasta asciutta, è un fenomeno al quale è impossibile non lasciarsi coinvolgere quando si visita la regione. Il caffè alla napoletana per esempio, è qualcosa da non perdere assolutamente. Anche in un paese assuefatto al caffè espresso quale l’Italia, il modo nel quale viene preparato a Napoli e dintorni è nettamente superiore. Da non dimenticare fra i prodotti tipici locali c’è il Limoncino, un liquore a base di limone che in tempi recenti ha conquistato il mercato nazionale e viene ampiamente imitato in tutta Italia.
I Vini
Pare che l’arte enologica fosse praticata in questa zona fin dal XIII secolo A.C.
Come molti altri prodotti di questa regione, il vino é tradizionalmente fatto per essere bevuto prontamente fin che è giovane, senza sottostare a forme di invecchiamento di sorta. Questo fatto ha condotto alcuni esperti a considerare i vini locali come prodotti di classe secondaria. Questo concetto è ribadito francamente dal critico Burton Anderson nel suo libro “Wine Atlas of Italy”, (Atlante dei Vini d’Italia) pubblicato nel 1990, dove afferma con decisione che i vini degni di nota della Campania si contano “sulle dita di una mano (on one’s fingers).
Gli ultimi decenni del XX secolo però, hanno visto un dinamico risveglio dell’enologia Campana e vini di pregio hanno iniziato ad essere prodotti in varie province della regione portando il numero dei vini a riconoscimento DOC da nove nel 1975 a 19 alla fine del secolo.
Specialmente nella zona del Taurasi DOCG, alcuni vinificatori si sono distinti nella produzione di notevoli vini sia bianchi che rossi I quali hanno conquistato un meritato rispetto a livello nazionale.
Il vino campano più conosciuto è probabilmente il Lacrima Christi o, “Lacrime di Cristo”. Nonostante in passato sia stato prodotto in abbondanza tale da rischiare di essere considerato alla stregua di un prodotto industriale, in tempi più recenti alcuni produttori si sono adoperati con successo a ripristinarne lo status puntando su una produzione più artigianale e curata.
La Campania ha vari vitigni autoctoni della regione quali il Fiano, un’uva nota agli Antichi Romani come Viti Apiana, il Coda di Volpe, che fu chiamato così da Plinio a causa della forma particolare del suo grappolo e il Pedirosso. Inoltre, nella regione è coltivato in abbondanza il Greco, che fu introdotto in tempi antichi da colonizzatori greci.